Un errore apparentemente banale può costarvi migliaia di euro di agevolazioni fiscali. Ecco tutto quel che dovete sapere sulla documentazione del bonus casa.
Hai richiesto un bonus edilizio e pensi che basti una fattura per dormire sonni tranquilli? Attenzione: se non conservi tutti i documenti giusti, potresti trovarti a restituire cifre importanti, con tanto di sanzioni. L’Agenzia delle Entrate non fa sconti: se mancano le carte, il bonus si perde. E non è un’ipotesi così remota.

Molti italiani, dopo aver beneficiato del Superbonus, dell’Ecobonus o del Bonus Ristrutturazioni, archiviano giusto una manciata di documenti e si sentono al sicuro. Ma la realtà è molto più complessa e insidiosa. La normativa fiscale pretende la massima precisione. E, in caso di controlli, l’onere della prova è tutto sulle spalle del contribuente.
Il pacchetto di documenti salva-bonus Casa dalla A alla Z
Per tutelarsi, bisogna costruire un dossier completo. Partiamo dai fondamentali: fatture dettagliate, che specifichino chiaramente la natura dei lavori e siano intestate a chi chiede la detrazione. Poi ci sono i famosi bonifici parlanti, con causale riferita al bonus, codice fiscale del beneficiario e partita IVA del fornitore. Ma non basta. Se i lavori riguardano un condominio, servono anche le dichiarazioni dell’amministratore, con dettagli sulle quote pagate e la documentazione delle delibere. E in assenza di amministratore? Tocca al singolo condòmino dimostrare tutto, fino alla copia dei bonifici.

E poi ci sono i permessi edilizi: CILA, SCIA, permessi di costruire, e perfino la notifica preliminare all’ASL, quando prevista. Se pensate che basti dire “era edilizia libera”, vi sbagliate: dovete provarlo con una dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Ogni passaggio, ogni foglio, può fare la differenza tra una detrazione salva e una persa per sempre. Particolare attenzione meritano bonus tecnicamente più complessi, come l’Ecobonus o il Sismabonus, e soprattutto il Superbonus. In questi casi servono asseverazioni tecniche, APE ante e post intervento, ricevute ENEA e, spesso, il visto di conformità fiscale rilasciato da un professionista abilitato.
Hai ceduto il credito o ottenuto lo sconto in fattura? Allora aggiungi anche l’asseverazione di congruità delle spese. Ogni elemento non documentato correttamente può invalidare l’intero beneficio. Infine, la domanda fatidica: per quanto tempo va conservata tutta questa documentazione? Almeno 10 anni. Se anche un solo controllo arrivasse nel decennio successivo alla detrazione, devi avere ogni documento pronto da esibire. Insomma, la regola d’oro è chiara: non esiste bonus senza prove. Se vuoi evitare brutte sorprese, inizia oggi stesso a mettere in ordine il tuo archivio: la vera detrazione non è quella che ottieni… ma quella che riesci a difendere.