Non tutti lo sanno, ma far avvertire ai vicini un odore fastidioso di cibo può portare a subire multe, ecco cosa fare in questi casi per non sbagliare.
Vivere in condominio, si sa, comporta la necessità di sottostare a una serie di regole che vengono messe in chiaro già prima del trasferimento, salvo eventuali modifiche che possono esserci in corso d’opera. A queste possono poi aggiungersi alcune indicazioni che diventa comunque importante rispettare per il bene comune così da evitare litigi, pur dovendo mettere in conto che questi si verifichino a maggior ragione se qualcuno è intollerante. Non tutti però sono a conoscenza di quello che potrebbe accadere in seguito a un’azione comune, ma che non è esente da conseguenze, ovvero l’odore poco gradevole di cibo che si può avvertire da un appartamento vicino.
Ognuno certamente dovrebbe essere libero di cucinare quello che desidera, possibilmente anche a orari non consoni se magari ha impegni di lavoro quando gli altri pranzano o cenano, ma sarebbe importante che quando decide di farlo non causi eccessivo fastidio agli altri. Basti pensare, ad esempio, a quando si hanno ospiti, non si fa certamente una bella figura se si avvertono questi sapori, non solo quando si sente la radio a tutto volume, altro comportamento assolutamente da evitare. È bene quindi sapere cosa potrebbe accadere in casi simili.
Vivere in condominio può essere difficile per alcuni, specialmente se si è abituati a stare in una casa autonoma, si teme infatti di non poter mai godere del tuttto della propria attività. Questo può essere vero ma solo in parte, con alcune accortezze infatti si può riuscire a stare bene, anzi non è detto che questa non possa essere l’occasione per veder nascere amicizie importanti con chi abita a poca distanza.
Rispettare gli altri e cercare di non causare eccessivi problemi resta però indispensabile, in modo tale da non incorrere in gravi problemi. Il principio non vale però solo per una serena convivenza, ma anche in virtù di alcune regole ben precise che devono essere rispettate, ma che forse non sono conosciute da tutti. Ad esempio, è importante tenere presente l’articolo 844 del Codice Civile, che si riferisce agli odori di cibo particolarmente pesanti, che possono essere avverttii anche negli altri appartamenti.
Qualora i sapori arrivino a invadere le scale o gli ambienti comuni in modo costante e forte si mette in atto una violazione dei diritti altrui, visto che questo modo di agire può influire sulla qualità della vita degli altri residenti in condominio. Insomma, viene meno una norma da cui non si può transigere se si sta in un palazzo, quella secondo cui le immissioni di odori, fumi, calore, rumori e simili non devono superare la normale tollerabilità. Certamente si tratta di un provvedimento che usa un termine come “tollerabilità” che può essere generico, ma per evitare equivoci le sentenze che si sono espresse a riguardo fanno riferimento al contesto, ovvero alla necessità di quanto si potrebbe sopportare, ben sapendo come il limite sia minore in un condominio rispetto a chi vive in una casa autonoma o addirittura isolata.
Ci sono quindi dei criteri da tenere presenti, sulla base delle indicazioni che arrivano dalla giurisprudenza, per capire quando si sta superando questo limite. Il riferimento è a intensità e durata dell’odore, qualora si cucinasse ad esempio qualcosa di fritto una volta a settimana la situazione non potrebbe essere certamente ritenuta grave, ben diverso sarebbe se la cosa fosse continua, tutti i giorni o quasi. Un ragionamento simile si può fare appunto se l’odore coinvolge anche le scale o arriva in altri stabili.
Si può innanzitutto provare a risolvere avvalendosi del buon senso, quindi tentando di parlare con la persona interessata e trovare una soluzione che vada bene a tutti. Se questo non fosse sufficiente, si può approfittare dell’assemblea di condominio per discutere e comprendere se ci siano altre persone che avvertono lo stesso disagio. In questo frangente si possono introdurre regolamenti ad hoc, se questo non bastasse ricorrere a un giudice è a quel punto inevitabile, con l’obiettivo di ottenere un’ordinanza che proibisce il fatto. non è escluso possa esserci anche un risarcimento.
Se a generare il problema è un’attività commerciale, come un bar, un ristorante o una pizzeria che si trovano al primo piano del condominio, è necessario che siano rispettate le opportune norme igienico-sanitarie e urbanistiche, e dotarsi di impianti di aspirazione efficienti. Qualora questo non accadesse, si può presentare segnalazione all’ASL, al Comune o ai Vigili del Fuoco, oltre che procedere per vie legali. Non è escluso si possa arrivare a multe salate, oltre che alla chiusura temporanea.
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