Partite IVA nuovamente nel mirino dell’Agenzia delle Entrate. Bisogna cercare subito una precisa documentazione o saranno guai.
Potreste ricevere una lettera di compliance con la quale in Fisco invita gentilmente a regolarizzare il prima possibile una posizione irregolare per evitare onerose sanzioni e interessi. Il contribuente finito nel mirino potrà dimostrare di non aver commesso errori apportando prove alla propria teti o pagare quanto dovuto.

Le lettere di compliance sono degli avvisi bonari che l’Agenzia delle Entrate invia ai cittadini per segnale omissioni, errori, incongruenze individuate nelle dichiarazioni fiscali. Possiamo parlare di queste lettere come di alert preventivi per non incorrere in conseguenze più gravi. La comunicazione permette al contribuente di regolarizzare la sua posizione ed evitare accertamenti più approfonditi.
Generalmente nel mirino del Fisco finiscono i titolari di Partita IVA per anomalie nella dichiarazione IVA, gli autonomi e i professionisti per discrepanze negli Indici Sintetici di Affidabilità e i lavoratori dipendenti nonché i locatori di immobili che non hanno inviato la dichiarazione dei redditi entro la scadenza. Nel 2025 saranno circa 3 milioni le lettere inviate agli italiani. Ora sono scattati gli inoltri alle Partite IVA con riferimento alla dichiarazione fiscale 2022 riguardante i redditi percepiti nel 2021.
Chi riceverà la lettera di compliance dell’Agenzia delle Entrate
Pioggia di lettere di compliance per le Partite IVA dopo i controlli sulle dichiarazione fiscali 2022. Particolare attenzione sugli aiuti di Stato e i benefici in regime de minimis. Errori, omissioni, irregolarità nella compilazione del prospetto nei modelli Redditi PF, IRAP e 770 porteranno all’arrivo delle lettere di compliance tramite due canali.

Il primo è il domicilio digitale ossia la PEC, il secondo è il Cassetto Fiscale. La comunicazione conterrà tutte le indicazioni su quale sia stato lo sbaglio commesso, i dati del contribuente, le dichiarazioni fiscali coinvolte nei controlli e l’elenco degli aiuti dichiarati ma non registrati nei sistemi informativi pubblici (RNA, SIAN, SIPA). Nella lettera di compliance sarà indicato anche il sistema per risolvere il problema.
La maggior parte degli errori sono stati commessi a causa del codice 999 presente nel campo “Codice Aiuto” all’interno del prospetto “Aiuti di Stato”. Un codice che si impiega in casi eccezionali e che spesso viene usato in modo inesatto. Una volta a conoscenza dello sbaglio, il contribuente può regolarizzare la sua posizione inviando una dichiarazione integrativa con i dati corretti. In questo modo gli aiuti dichiarati potranno essere registrati ma con la presentazione della dichiarazione l’anno successivo.
Se, però, il motivo della mancata registrazione iniziale fosse un altro – ad esempio non aver diritto agli aiuti – allora il contribuente dovrà restituire le somme ottenute illegittimamente maggiorate degli interessi. Con il ravvedimento operoso si potranno ridurre sanzioni e interessi ma bisognerà agire in fretta.